

Rebecca Bianchi, 'omaggio a Bausch tra essenza e verità'
L'etoile in Le Sacre du Printemps al Caracalla Festival
(di Luciano Fioramonti) "Interpretare il ruolo della Eletta in Le Sacre du Printemps mi ha portata a spogliare la mia danza di tutto ciò che è superfluo. Ho sentito la necessità di liberarmi da tutto ciò che non fosse essenziale, per arrivare a una forma di espressione nuda, cruda, reale". Rebecca Bianchi, étoile dell'Opera di Roma, spiega così come ha lavorato per affrontare da protagonista la coreografia di Pina Bausch in programma al Caracalla festival il 30 e 31 luglio nel meraviglioso scenario delle Terme. Un appuntamento da non mancare per gli appassionati della danza proprio perché dopo 50 anni la creazione della grande artista tedesca che impegna il Corpo di Ballo della fondazione romana, diretto da Eleonora Abbagnato, viene interpretato per la prima volta da una compagnia italiana. "Ho imparato a lasciare andare orpelli e abbellimenti che a volte si aggiungono inconsapevolmente nell'interpretazione coreografica dando più voce alla sottigliezza delle sensazioni umane - dice all'ANSA Rebecca Bianchi -. È stato un percorso che mi ha arricchito artisticamente e umanamente, aiutandomi a esplorare in profondità l'autenticità del movimento e della sensazione scenica, un'esperienza per me profondamente trasformativa". L'étoile spiega che "il balletto, nella sua essenza, entra nelle emozioni più primitive e profonde dell'essere umano: la paura, il fascino per l'ignoto, la scoperta del corpo, dell'altro diverso da sé e della relazione con la terra. C'è il timore di essere scelti durante questo rito, ma anche l'orgoglio che ne deriva dal personale sacrificio dato per la salvezza degli altri". Nel ruolo dell'Eletta - osserva - ma anche nel gruppo che assiste inerme al suo atto di sacrificio, "la danza diventa una lotta interiore e fisica. Si prova sulla pelle la resistenza femminile, la tenacia di chi continua a danzare per la vita e lotta contro la morte. E si affronta tutto questo in una solitudine profonda, perché il gruppo ti abbandona, offrendoti come sacrificio. È in quella solitudine che ho trovato la mia verità di interprete. E in quella verità, la forza della mia danza, che poi è la stessa inumana forza che bisogna tirar fuori in tante prove della vita". Le Sacre du Printemps chiuderà un trittico che prevede il Bolero di Maurice Béjart e Within the Golden Hour di Christopher Wheeldon per offrire una visione completa della danza contemporanea. Creata nel 1975, la coreografia è una delle più potenti e suggestive riletture del celebre lavoro di Igor Stravinskij. In poco più di trenta minuti, Pina Bausch trasforma il rito del sacrificio in una danza corale e ancestrale: le donne si passano una veste rossa, simbolo del sacrificio, mentre danzano su un palco interamente ricoperto di terra, ideato da Rolf Borzik, che alla fine avvolge i corpi e i volti dei danzatori in un impatto visivo e drammaturgico di rara forza. Eleonora Abbagnato considera "un sogno che si realizza" portare questa coreografia che ricorda di aver ballato Caracalla la prima volta con Pina Bausch all'Opera di Parigi nel 1997. "È stato un momento che ha rivoluzionato il mio modo di amare la danza e la vera interpretazione - ha spiegato -. Era il momento giusto di portare questo titolo ai miei danzatori che ho visto crescere, cambiare e maturare. Sono arrivata dieci anni fa e ho visto una evoluzione incredibile in questo teatro". L'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma è diretta da Ido Arad per Stravinskij e Ravel. Le musiche di Within the Golden Hour sono su base registrata, eseguite dall'Orchestra con la direzione a Carlo Donadio. Insieme con Rebecca Bianchi saranno impegnati le étoile Susanna Salvi, Alessio Rezza, i primi ballerini Federica Maine, Marianna Suriano, Claudio Cocino, Michele Satriano, con i solisti e il Corpo di Ballo.
B.Khaled--CdE