Courier de l'Égypte - Arriva Data Act, Marino, aziende colgano le opportunità

Arriva Data Act, Marino, aziende colgano le opportunità
Arriva Data Act, Marino, aziende colgano le opportunità

Arriva Data Act, Marino, aziende colgano le opportunità

Head Ai di Osborne Clarke, da nuove norme Ue anche vantaggi

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Entra in vigore fra pochi giorni ma i suoi effetti e conseguenze sono ancora poco conosciuti per le imprese e i cittadini italiani che potranno però trarne anche vantaggi. Il regolamento Ue Data Act sarà infatti efficace il 12 settembre, sebbene alcune sue disposizioni arriveranno in maniera graduale, e sarà applicato a dati e info ottenuti, generati, raccolti dai 'prodotti connessi' e dai 'servizi correlati'. Si tratta non solo dei dati personali (la disciplina va a rinforzare il Gdpr), ma soprattutto dei dati non personali (es. dati di utilizzo di macchinari industriali). "Si tratta di norme di non facile e immediata comprensione e lettura - sottolinea Gianluigi Marino, Head of AI & Digitalisation dello studio legale Osborne Clarke, Italia - ma che garantiscono delle nuove opportunità che nel medio termine potranno essere colte, a patto che vengano spiegate e diffuse in modo semplice; questo vale sia per gli utenti consumatori ma soprattutto per le aziende". In questo, spiega, un ruolo dovrà essere svolto dalle associazioni d'impresa e categoria specie se si tiene conto della struttura delle imprese italiane, formata per la gran parte dalle pmi. Marino, che è autore di un libro sull'argomento scritto assieme a Vittorio Bachelet e Antonio Racano sottolinea come "il testo preveda obblighi e opzioni - rileva - e riguarda gli oggetti che producono informazioni e dati come una telecamera connessa o un elettrodomestico smart oppure un telaio industriale tecnologico nonché oggetti in origine non "smart", ad esempio un ascensore d'epoca, cui si potrebbe applicare un dispositivo connesso per differenziare l'accesso ai piani". Il regolamento obbliga a produrre quindi in modo che i dati siano accessibili in maniera gratuita e in un formato "leggibile da dispositivo automatico". Se l'accesso diretto non è possibile allora il titolare dei dati deve metterli a disposizione il prima possibile su richiesta. Un obbligo previsto (questo invece anche a pagamento) pure in caso di condivisione a terze parti che l'utente può indicare. "Si tratta di una disposizione di portabilità - spiega Marino - centrale nel testo. Grazie a queste misure si permette all'aziende non solo di non pagare più questi dati ma anche eventualmente trarne vantaggi anche in termini di sfruttamento e riutilizzo". "Fondamentale perciò - aggiunge - sarà la conoscenza delle norme e delle possibilità e il superamento di una certa ritrosia a scegliere prodotti e soluzioni connessi". "Una parte del comparto industriale - sottolinea - è già avanti utilizzando ad esempio macchinari connessi e l'intelligenza artificiale con benefici in termini di efficienza, sicurezza e competitività. Con il Data Act anche le pmi, magari in consorzio, possono massimizzare i vantaggi di queste informazioni".

W.Bakr--CdE